Come risparmiare (davvero) sul riscaldamento senza svegliarti col gelo in casa

Abbassare il termostato fa risparmiare, ma spegnere tutto può essere un errore: la scienza chiarisce un dilemma invernale molto comune

Ogni anno, con il primo freddo, torna la stessa domanda: conviene spegnere i termosifoni di notte o lasciarli accesi al minimo? C’è chi li chiude del tutto per risparmiare e chi invece teme che la casa si raffreddi troppo e costringa poi la caldaia a uno sforzo maggiore al mattino.

Tra abitudini familiari e consigli discordanti, è difficile capire qual è davvero la strategia giusta. Ma alcune ricerche internazionali hanno cercato di dare risposte chiare, mettendo a confronto i consumi reali e il comfort termico nelle case moderne.

Spegnere del tutto o solo abbassare? Il compromesso intelligente che evita sprechi e sbalzi termici

Secondo una delle fonti più autorevoli in materia, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (Energy.gov), abbassare la temperatura domestica durante le ore notturne può portare a un risparmio fino al 10% sulla bolletta del riscaldamento annuale. L’indicazione è semplice: ridurre il termostato di 3 o 4 gradi per 7-8 ore permette alla casa di disperdere meno calore verso l’esterno. Questo vale soprattutto in ambienti dove la coibentazione non è ottimale e la dispersione energetica è un problema quotidiano.

Ma la parte più interessante riguarda un luogo comune molto diffuso. Secondo lo studio americano, è falso che la caldaia debba lavorare di più al mattino per riportare la casa a temperatura, al punto da annullare i benefici del risparmio notturno. Il consumo complessivo resta comunque più basso rispetto a lasciare i termosifoni sempre accesi. Questo perché il sistema non lavora in modo continuo, ma ciclico, e le perdite termiche durante la notte sono ridotte proprio grazie alla temperatura più bassa.

Temperatura
Abbassare la temperatura di notte-popcornlab.it

Eppure, anche spegnere del tutto può rivelarsi un errore. Gli esperti suggeriscono un approccio più equilibrato: tenere i termosifoni accesi al minimo, soprattutto se si vive in una casa poco isolata. Le temperature ideali per la notte si aggirano tra i 16 e i 18 gradi, sufficienti a mantenere una sensazione di comfort senza sforzi eccessivi per l’impianto. Nei casi migliori, si può fare affidamento su valvole termostatiche o cronotermostati intelligenti, che gestiscono tutto in automatico: abbassano la temperatura durante le ore di sonno e la rialzano in tempo per il risveglio.

Questo sistema funziona particolarmente bene anche per chi ha ritmi regolari: impostare orari fissi permette di ottimizzare consumi e prestazioni, evitando sia il gelo notturno che il surriscaldamento mattutino. Il punto è tutto lì: non forzare la caldaia, ma aiutare la casa a comportarsi in modo più efficiente.

L’isolamento conta più del termostato: perché la vera efficienza comincia da pareti, finestre e caldaia

Al di là del dibattito su acceso o spento, la verità è che il risparmio energetico non dipende solo dal termostato. Il modo in cui una casa è costruita, isolata e mantenuta incide spesso molto di più. Una parete mal coibentata, una finestra datata o un impianto trascurato possono vanificare anche le strategie più intelligenti. Se durante la notte la temperatura crolla rapidamente, è quasi certo che ci sia un problema di isolamento termico, più che di impostazione del riscaldamento.

Un’abitazione ben isolata conserva il calore interno per molte ore, anche a termosifoni spenti. Al contrario, nelle case dove il cappotto termico è assente o gli infissi lasciano passare aria, la temperatura interna può calare drasticamente in poche ore. In questi casi, spegnere tutto significa svegliarsi in ambienti troppo freddi, con la caldaia costretta a lavorare intensamente per recuperare i gradi persi. E a quel punto, il risparmio ipotetico si annulla, se non si trasforma in un consumo maggiore.

Importante anche la manutenzione. Una caldaia poco efficiente brucia più combustibile, impiega più tempo e spesso produce meno calore. Lo stesso vale per i termosifoni pieni di aria o incrostazioni. Pulirli regolarmente, controllare la pressione, far sfiatare l’impianto prima dell’inverno non è solo una precauzione, ma una strategia concreta per evitare sprechi invisibili.

Infine, bisogna ricordare che non tutti i sistemi reagiscono allo stesso modo. Il riscaldamento a pavimento, ad esempio, richiede più tempo per modificare la temperatura e funziona meglio con valori stabili e costanti. In questi casi, meglio non abbassare troppo. Lo stesso vale per le pompe di calore, che diventano meno efficienti con sbalzi termici continui.

La regola più sensata, in fondo, resta il buon senso. Abbassare sì, spegnere no. Investire dove serve, osservare come reagisce la propria casa, e scegliere in base alla realtà, non ai consigli generici. Perché quando si parla di riscaldamento, ogni grado conta. Ma ogni casa è diversa.