Cancellare foto e file può farti stare meglio? Sì, e la scienza lo dimostra

L’accumulo invisibile di file, notifiche e immagini è diventato un nuovo tipo di stress mentale: ecco come riconoscerlo e gestirlo

Basta uno sguardo veloce alla galleria del telefono o alla cartella download per capirlo. Migliaia di foto duplicate, screenshot dimenticati, file salvati “nel dubbio”, notifiche che continuano ad accumularsi.

Non c’è polvere, non ci sono scatoloni per terra, ma la sensazione di sopraffazione è reale. Si chiama digital clutter, ed è il disordine digitale che trasforma smartphone e computer in cantine virtuali sempre più affollate. Il problema è che, a differenza del caos fisico, qui non si vede niente, e proprio per questo si sottovaluta. Ma il cervello, intanto, cerca comunque di tenerne traccia. E si stanca.

Foto inutili, mail mai aperte e file senza nome: l’accumulo digitale ci stanca più di quanto pensiamo

Tra i più colpiti dal fenomeno ci sono Millennial e Gen Z, costantemente connessi, abituati a vivere tra schermate e cloud, ma spesso incapaci di gestire davvero l’enorme quantità di dati con cui entrano in contatto ogni giorno. A differenza del disordine in casa, quello digitale non occupa spazio fisico, non si nota a colpo d’occhio, non ci obbliga a passare per forza da una stanza all’altra. Eppure, occupa memoria mentale.

Scattare
Files, foto e appunti accumulati senza senso-popcornlab.it

Perché ogni file lasciato lì “perché non si sa mai”, ogni notifica non letta, ogni cartella da sistemare è un micro-pensiero sospeso. E quando diventano centinaia, iniziano a pesare.

Lo ha dimostrato anche uno studio del 2025 pubblicato sul International Journal of Environmental Research and Public Health, che ha analizzato il comportamento di centinaia di studenti universitari. I ricercatori hanno scoperto che l’accumulo digitale è correlato a un aumento di stress percepito, burnout accademico e difficoltà di concentrazione. Il motivo è semplice: più stimoli abbiamo da elaborare, più fatichiamo a prendere decisioni anche banali. Anche se si tratta solo di scegliere quale file aprire o cosa cancellare. Il cervello, sommerso da notifiche e frammenti di memoria, entra in modalità difensiva. In apparenza funziona tutto, ma ci sentiamo più stanchi e meno lucidi.

La cosa più interessante è che non si tratta solo di pigrizia. Dietro la resistenza a cancellare foto o a svuotare una cartella c’è spesso una paura di perdere qualcosa. Alcuni file sembrano inutili, ma vengono conservati “perché non si sa mai”. Altri hanno un valore affettivo, anche se non li guardiamo mai. È una forma di attaccamento digitale che trasforma ogni eliminazione in una piccola rinuncia. Non si cancella un file, si cancella un ricordo. E in molti casi, si evita del tutto di scegliere.

Svuotare la mente come si svuota una galleria: perché il decluttering digitale ci fa sentire subito meglio

La buona notizia è che non serve diventare minimalisti per stare meglio. Non bisogna formattare tutto o cancellare compulsivamente. Basta introdurre nella routine digitale lo stesso tipo di attenzione che si usa per mettere in ordine una stanza. Ogni tanto, svuotare la galleria, archiviare ciò che serve davvero, cancellare notifiche ormai superate. Sono gesti semplici, ma con un impatto concreto sul modo in cui viviamo le nostre giornate.

Liberarsi del digital clutter non significa rinunciare a ricordi o sicurezza, ma recuperare spazio mentale. Ogni file eliminato è una decisione in meno da prendere. Ogni cartella sistemata è un pensiero in meno da trattenere. Il vantaggio non è solo in termini di memoria libera sul telefono, ma di leggerezza mentale. È come abbassare il volume di sottofondo che ci accompagna senza che ce ne accorgiamo. Quando riduciamo il rumore, improvvisamente tutto sembra più chiaro.

Gli esperti consigliano di fare manutenzione regolare: una volta al mese è sufficiente per tenere sotto controllo foto, file, mail. Ma ancora prima della tecnica conta l’atteggiamento. Non avere paura di cancellare, non tutto ha lo stesso valore. Le informazioni importanti si possono sempre recuperare, i file davvero utili si possono archiviare in cloud, le immagini che contano meritano una selezione, non un accumulo.

La nostra mente non è fatta per gestire centinaia di stimoli visivi e decisionali al giorno. Quando ci liberiamo del superfluo, si apre spazio per altro: per pensare meglio, per rilassarci, per concentrarci su ciò che conta davvero. E tutto comincia con un gesto semplice: aprire la galleria e decidere cosa lasciar andare.